domenica 16 giugno 2019

Permesso di soggiorno per studio

Il Permesso di soggiorno per studio viene rilasciato a coloro che hanno ottenuto un visto d’ingresso per studio e deve essere richiesto entro 8 giorni lavorativi dall’ingresso in Italia presso la Questura del luogo di dimora.

Alla richiesta devono essere allegati, oltre alle foto in formato tessera, alla marca da bollo ed all’attestazione di versamento per il rilascio del permesso elettronico:

Documenti necessari per il permesso di soggiorno per studio :

copia del passaporto con visto (esibendo l’originale);
copia certificato di iscrizione al corso di studi (esibendo l’originale);
certificazione comprovante la copertura assicurativa o l’iscrizione al servizio sanitario nazionale;
attestazione relativa al domicilio: contratto di affitto o dichiarazione di ospitalità. La dichiarazione di ospitalità deve essere accompagnata dalle fotocopie del contratto di affitto o dell’atto di acquisto e dalla copia del documento d’identità dell’affittuario o del proprietario;
polizza fideiussoria o altri documenti comprovanti il possesso dei mezzi economici di sussistenza.

Il permesso di soggiorno per studio viene rilasciato anche, al compimento dei 18 anni, ai minori già titolari di un permesso per motivi familiari, per affidamento o per minore età. In questo caso non occorrono né il visto, in quanto si tratta di persone già legalmente presenti in Italia, né la copertura assicurativa per le spese sanitarie, in quanto si mantiene l’iscrizione al servizio sanitario nazionale. Il domicilio e i mezzi economici di sussistenza possono essere forniti dai genitori o dagli affidatari.

Durata del permesso:
La durata pari a quella del corso che si intende seguire.

Nel caso di iscrizione ad un corso pluriennale ha durata di un anno ed è rinnovabile.
Per gli studenti universitari il permesso può essere rinnovato al massimo per 3 anni oltre la durata legale del corso di Laurea prescelto.

È possibile rinnovare il permesso di soggiorno anche in caso di passaggio ad un corso universitario diverso da quello per cui si è fatto ingresso in Italia.
In ogni caso è necessario superare almeno una verifica di profitto (esame) il primo anno ed almeno 2 verifiche negli anni successivi.
Per gravi motivi di salute o di forza maggiore, debitamente documentati, il permesso di soggiorno può essere rinnovato anche allo studente che abbia superato una sola verifica di profitto nel corso dell’anno, fermo restando il numero complessivo di rinnovi.

È possibile lavorare con il permesso di soggiorno per studio?
Il permesso per studio consente l’esercizio di attività lavorativa subordinata per un tempo non superiore a 20 ore settimanali, anche cumulabili per 52 settimane, fermo restando il limite annuale di 1.040 ore.

È possibile convertire il permesso di soggiorno per studio?
Se non si è ancora terminato il corso di studi, il permesso di soggiorno per motivi di studio può essere convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro soltanto nei limiti delle quote annuali fissate a norma del “Decreto Flussi”.

Quando presentare la domanda?

La richiesta di conversione deve essere presentata quando il permesso per studio è ancora in corso di validità ed occorre ottenere il nulla osta presso  lo Sportello Unico per l’Immigrazione competente.

La stessa procedura si applica anche agli stranieri ammessi a frequentare corsi di formazione ovvero a svolgere tirocini formativi in Italia. In tale caso, la conversione è possibile soltanto dopo la conclusione del corso di formazione frequentato o del tirocinio svolto.

E se ho già concluso gli studi?

Se invece lo straniero ha terminato il corso di studi ed ha conseguito in Italia il dottorato o il master universitario ovvero la laurea triennale o la laurea specialistica, può richiedere la conversione per lavoro, senza necessità di rientrare nelle quote fissate dal “Decreto Flussi”.

In alternativa può iscriversi al Centro per l’Impiego ed ottenere un permesso di soggiorno per attesa occupazione e poi, entro un anno, richiedere la conversione per lavoro senza necessità di rientrare nelle quote fissate dal “Decreto Flussi”.

Nel caso di permesso per studio rilasciato a chi durante la minore età era titolare di un permesso per motivi familiari, per affidamento o per minore età la conversione può essere richiesta in qualunque momento senza necessità di rientrare nelle quote fissate dal Decreto Flussi.

La Carta Blu UE

La carta blu UE, Si tratta di un particolare tipo di permesso di soggiorno, che viene rilasciato dal questore allo straniero altamente qualificato a seguito della stipula del contratto di soggiorno per lavoro e della relativa comunicazione alla questura.

Ha durata biennale, se il rapporto di lavoro è a tempo indeterminato.

Se tale rapporto è a tempo determinato, il permesso di soggiorno ha una durata superiore di 3 mesi rispetto alla scadenza del rapporto di lavoro.

Per ottenere la carta blu UE è necessario che l’interessato svolga prestazioni lavorative retribuite per conto e sotto la direzione o il coordinamento di un’altra persona fisica o giuridica.

Chi sono i titolari di Carta blu UE?


Ai lavoratori stranieri altamente qualificati ammessi a prestare la loro opera nel territorio nazionale è rilasciato uno speciale permesso di soggiorno che reca la dicitura “Carta blu UE” dopo la stipula del contratto di soggiorno per motivi di lavoro.

Sono considerati lavoratori altamente qualificati gli stranieri che sono in possesso di un titolo di studio rilasciato da istituti di istruzione superiore che attesti il completamento di un percorso formativo post istruzione secondaria di durata almeno triennale con conseguimento del relativo diploma.

La normativa si estende anche ai lavoratori con qualifiche professionali-tecniche.
Ai titolari di Carta blu UE è consentito l’ingresso e il soggiorno nel territorio nazionale, per periodi superiori a tre mesi, al di fuori delle quote, e lo svolgimento delle prestazioni lavorative retribuite per conto e sotto la direzione altrui.

È inoltre consentito chiedere il rilascio del permesso di soggiorno UE per soggiornati di lungo periodo dimostrando:

di avere soggiornato legalmente ed ininterrottamente per 5 anni nel territorio dell’Unione europea in quanto titolari di una Carta blu UE rilasciata da un altro Stato membro;
di essere in possesso da almeno 2 anni di un permesso italiano recante la dicitura “Carta blu UE”.

Ai titolari di Carta blu UE, ricorrendo le condizioni sopra descritte, è rilasciato un permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo recante la dicitura “Ex titolare di Carta blu UE”.

Chi non possono ottenere la Carta blu UE?


Non possono richiedere la Carta blu UE gli stranieri extracomunitari:

titolari di permessi di soggiorno per protezione temporanea o per motivi umanitari;
beneficiari di protezione internazionale;
ricercatori entrati in Italia ai sensi dell’art. 27 ter del Testo Unico;
familiari di cittadini UE che abbiano gia’ esercitato il diritto al soggiorno ai sensi del d.lgs. 30 del 2007;
soggiornanti di lungo periodo art. 9 bis;
lavoratori stagionali;
lavoratori gia’ entrati fuori quota ai sensi dell’art. 27 del testo unico come dirigenti o personale altamente specializzato, lavoratori alle dipendenze di organizzazioni o imprese operanti nel territorio italiano ,ammessi temporaneamente per adempiere funzioni o compiti specifici, ai lavoratori dipendenti di societa’ estere distaccati in Italia per specifici contratti di appalto (art. 27, lett. a), g) e i) d.lgs. 286/98;

I requisiti contrattuali e procedimento :

La domanda di nulla osta al lavoro dovra’ essere presentata dal datore di lavoro allo Sportello Unico per l’Immigrazione competente per territorio

che si dovra’ pronunciare entro 90 giorni– producendo, a pena di rigetto della domanda:

contratto della durata minima di un anno per attivita’ lavorativa che richieda la qualifica professionale superiore;
titoli di istruzione dello straniero;
indicazione dello stipendio annuale lordo che non dovra’ essere inferiore al triplo del livello minimo per l’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria e dunque non inferiore a euro 24.789,00
Sul requisito economico, lo schema di decreto italiano richiede uno stipendio doppio rispetto a quanto previsto dalla direttiva (cioe’ una volta e mezzo lo stipendio medio annuale lordo).

La questione dovra’ essere affrontata in sede di approvazione dello schema di decreto, pena la disapplicazione della norma italiana da parte dei giudici che si vedessero investiti di eventuali rigetti di nulla osta.

Il datore di lavoro richiedente non deve aver subito condanne penali, anche a seguito di patteggiamento per reati inerenti il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, relativi allo sfruttamento della prostituzione, per reati inerenti l’intermediazione illecita e lo sfruttamento lavoro (art. 603 c.p.) o per i reati di cui all’art 22 comma 12 (aver occupato alle proprie dipendenze lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno, ovvero il cui permesso sia scaduto e del quale non sia stato chiesto, nei termini di legge, il rinnovo, revocato o annullato).

Una volta autorizzato l’ingresso e iniziato il rapporto lavorativo, lo straniero per i primi due anni di lavoro potrà lavorare esclusivamente nel settore per cui e’ stato autorizzato e potra’ cambiare datore di lavoro facendone domanda alla Direzione territoriale del Lavoro competente per territorio, che dovra’ pronunciarsi entro 15 giorni dalla richiesta.

In caso di decorso dei 15 giorni senza che l’amministrazione si sia pronunciata l’autorizzazione si intenderà concessa (silenzio-assenso).

Dopo 18 mesi di soggiorno legale in un altro Stato membro, lo straniero extracomunitario potra’ fare ingresso in Italia per lavorare nello stesso settore: il datore di lavoro italiano dovra’, anche in questo caso, chiedere l’autorizzazione allo Sportello Unico per l’Immigrazione, che si dovra’ pronunciare entro 60 giorni.

Parimenti lo straniero titolare di carta blu UE rilasciata in Italia potra’ dopo 18 mesi trasferirsi per motivi di lavoro in altro Paese membro, secondo le relative procedure nazionali.

La presente direttiva stabilisce le condizioni e le procedure di ammissione dei cittadini di paesi terzi altamente qualificati. Crea una Carta blu UE.

Definisce infine le condizioni e i diritti relativi al soggiorno nello Stato di rilascio e negli altri Stati membri.

I condizioni di ammissione :

Per essere ammesso, il candidato deve presentare:

un contratto di lavoro o un’offerta di lavoro vincolante con uno stipendio il cui ammontare corrisponde ad almeno una volta e mezza lo stipendio medio annuale lordo nello Stato membro interessato (gli Stati membri possono abbassare la soglia salariale a 1,2 volte, per talune professioni che necessitano in particolare di lavoratori cittadini di paesi terzi);
un documento di viaggio valido e un permesso di soggiorno valido o un visto a lungo termine;
la prova che beneficia di un’assicurazione contro le malattie;
per le professioni regolamentate, documenti che dimostrino che la persona rispetta le condizioni necessarie e per le professioni non regolamentate, documenti che attestino il possesso delle qualifiche professionali superiori.

Inoltre, il candidato non deve essere considerato dallo Stato membro interessato una minaccia per l’ordine pubblico.

Può inoltre essere richiesto al richiedente di fornire il suo indirizzo sul territorio dello Stato membro interessato.

Spetta agli Stati determinare il numero di cittadini provenienti da paesi terzi che possono essere ammessi.

lunedì 13 giugno 2016

Brexit e conseguenze sugli Italiani

Welcome” – Niente paura per gli Italiani in GB se passa il referendum!

Wonderful Peple”, niente paura quindi per gli italiani che vorranno entrare nel Regno Unito. Nigel Farage non ha chiuso le porte al popolo del Belpaese in quanto “benvenuti” se dovesse passare il referendum del 23 giugno circa l’uscita eventuale dall’Europa della Gran Bretagna.

Come avete ben letto, il 23 giugno tutti i membri del paese voteranno il referendum riguardo la Brexit, che consiste in parole povere nella permanenza o uscita dall’Europa. A deciderlo quindi sarà il popolo britannico che voterà a sfavore o a favore. 

Eventualmente noi italiani non dobbiamo temere! 

Brexit
Brexit

Legalmente sarà sempre possibile accedere in Gran Bretagna secondo le regole di controllo esclusivamente del loro paese, senza dover dar conto a Bruxelles.

Il principale problema della Gran Bretagna: “I nostri servizi pubblici non possono reggere il peso di una popolazione che aumenta di mezzo milione ogni singolo anno", denuncia Farage, il leader dell’Ukip (movimento dell’euroscetticismo britannico) che dinnanzi ad una folla acclamante ha accusato David Cameron, reo, secondo lui, di non aver detto la verità ai propri lettori. 

Sugli italiani ha affermato: "Qui ci sono persone meravigliose arrivate dall'Italia, ma il punto è che noi, come Paese, letteralmente non possiamo far fronte agli attuali livelli d'immigrazione dall'estero”. Del tutto contrario dunque alla principale colonna portante dell’Unione Europea, come integrazione di tutti i paesi appartenenti.

Alleato di Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle, a Strasburgo il leader portavoce dell’euroscetticismo britannico ha parlato molto bene del partito dei grillini ed ha commentato la prima vittoria alle amministrative nella capitale "è una grande vittoria, non potrei essere più felice”. Nonostante consigli di tenere sempre sott’occhio la situazione dei migranti sia dal mare che da terra, in quanto l’attuale situazione sta degenerando. 

Farage suggerisce di adottare il modello australiano anche nei paesi interni all’EU, che consiste nell’obbligare i migranti verso la Gran Bretagna ad avere già un lavoro nel Paese ospitante. Come intenderà agire dopo l’esito del Brexit non ci è dato ancora saperlo, di certo preoccupato per l’immigrazione porrà dei vincoli per entrare nel Paese.

Accusato anche di razzismo a causa della vicenda di molestie alle donne ad opera d’immigrati in Gran Bretagna. "Sono abituato da tempo a questo tipo di attacchi, ma io difendo gli interessi del Paese e dei britannici. 

E poi, comunque andrà il referendum, l'Ue è finita lo stesso, morirà entro 30 anni", preannuncia Farage, che sul caso di Colonia ha affermato tutto il suo sdegno e confermato che in Europa sono esattamente questi i problemi da affrontare e risolvere.

sabato 23 aprile 2016